Piazzi
e Cerere
|
 |
La
notte del 1 gennaio 1801, Giuseppe Piazzi (1746-1826), primo
direttore dell'Osservatorio di Palermo, mentre lavorava alla
redazione del suo celebre catalogo stellare, si imbatte in una
stella la cui posizione non è registrata in alcun catalogo.
Riosservata per più notti, si accorge che il suo movimento non
è quello di una stella, ma di un possibile pianeta, a lungo
ricercato soprattutto dagli astronomi tedeschi tra le orbite
di Marte e di Giove. Piazzi chiama Cerere il nuovo astro, il
primo di una nuova categoria di corpi celesti: gli asteroidi.
Questa prima sezione della mostra è dedicata a Piazzi e alla
sua scoperta; di particolare interesse la visita alla "Stanza
Circolare", ambiente abituale di lavoro di Piazzi, dove è collocato
il celebre Cerchio di Ramsden, un telescopio altazimutale a
scale circolari, capolavoro della meccanica di precisione inglese
del Settecento, di recente restaurato e posto nel suo sito originario.
|
Astronomia
e meteorologia
|
 |
Si
deve soprattutto a Niccolò Cacciatore (1780-1841) e a Domenico
Ragona (1820-1892) lo sviluppo della meteorologia all'Osservatorio
di Palermo e il rilancio dell'astronomia di posizione, grazie
alla costruzione e all'acquisto di nuovi e moderni strumenti.
La seconda sezione della mostra prevede la visita alla "Stanza
Meridiana", splendido esempio di architettura di Giovan Battista
Basile, che ospita uno strumento dei passaggi e numerosi orologi
astronomici; in una saletta attigua sarà esposta la collezione
di strumenti meteorologici, il sismoscopio di Cacciatore e il
pluviometro di Ragona, di recente restaurati.
|
Tacchini
e l'Astrofisica
|
|
Nella
seconda metà dell'Ottocento l'Italia si distinse nel panorama
internazionale per le prime ricerche di fisica solare, eseguite
a Palermo e a Roma, grazie soprattutto a Pietro Tacchini (1838-1905)
e ad Angelo Secchi S.J. (1818-1878), che nel 1871 promossero
la fondazione della prima società scientifica dedicata all'astrofisica,
la "Società degli Spettroscopisti Italiani".
Questa terza sezione della mostra illustra i risultati delle
pionieristiche ricerche di Tacchini, esposti nella "Stanza dell'Equatoriale",
per la prima volta aperta al pubblico, dove si potranno ammirare
gli strumenti utilizzati da Tacchini ed i suoi magnifici disegni
di protuberanze solari. Tra gli strumenti, il grande equatoriale
Merz, restaurato e ricollocato per l'occasione nel suo sito
originario, costituisce la principale attrazione di questa sezione
della mostra.
|
|