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Nel
1617 il museo di Ulisse Aldrovandi ricevette collocazione in
sei stanze del Palazzo Pubblico, ove rimase fino al 1742, quando
ne venne disposto il trasferimento nei locali dell'Istituto
delle Scienze di Palazzo Poggi, sede attuale della mostra.
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Nel
corso dell'Ottocento la collezione fu in gran parte smembrata
e distribuita tra musei e biblioteche, non solo cittadini. Nel
1907 il comitato promotore delle onoranze per il terzo centenario
della morte di Aldrovandi provò a restituire unità a una pur
piccola parte del museo, riunendo in un unico ambiente, quello
attuale, reperti naturalistici, manoscritti (attualmente conservati
nella Biblioteca Universitaria di Bologna), acquerelli, disegni
e matrici xilografiche.
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Aldrovandi
affidò alle figure un ruolo assolutamente centrale nell'ambito
della ricerca: esse servivano a mostrare le "cose di natura"
nella loro interezza e nel loro stato ottimale e, dunque, messe
in rapporto stretto anche con i reperti mutili del museo finivano
per conferire a questi ultimi una piena validità scientifica
e dimostrativa.
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