Istituto e Museo di Storia della Scienza, Firenze, Italia

HORROR VACUI?
                      I protagonisti                   
René Descartes (1596-1650) Galileo Galilei (1564-1642) Pierre Gassendi (1592-1655)


Justus Susterms, Ritratto di Galileo Galilei Galleria degli Uffizi, Firenze


Giuseppe Bezzuoli, Galileo esegue l'esperimento della caduta dei gravi Affresco, Tribuna di Galileo, Museo Zoologico "La Specola"

 

Nato a Pisa il 15 febbraio 1564, insegnò filosofia naturale presso l'ateneo pisano. Successivamente si trasferì presso lo Studio di Padova dove tenne la cattedra di Matematica fino al 1610. Negli anni padovani compì studi ed esperimenti di meccanica, ideò il termoscopio e costruì il compasso geometrico e militare. Nel 1609 mise a punto il primo cannocchiale, grazie al quale scoprì in cielo novità straordinarie: dalle montagne della Luna alla congerie di stelle che formano la Via Lattea, dalle fasi di Venere ai quattro satelliti di Giove, che denominò pianeti medicei in onore della Casa Regnante di Toscana. Dal 1612 venne intensificandosi l'opposizione alle teorie cosmologiche di Galileo, che sosteneva, con Copernico, la mobilità della Terra e la centralità del Sole nell'Universo. Particolarmente agguerrita e minacciosa fu l'ostilità dei teologi alle teorie eliocentriche sostenute da Galileo. Questi contrasti portarono all'incriminazione di Galileo nel 1633 da parte del Tribunale dell'Inquisizione. Il processo si concluse con la condanna e con l'abiura dello scienziato pisano.
Il contributo galileiano alla pneumatica verte essenzialmente sulla determinazione dei limiti di operatività delle pompe aspiranti, da lui fissata in 18 braccia (circa 11 metri). Galileo notò come al di là di quella misura la colonna d'acqua sollevata si spezzava. Egli attribuiva questo limite alla forza del vuoto. L'analisi galileiana costituì la base da cui molti studiosi (soprattutto Berti, Magiotti, Magni e lo stesso Torricelli) presero le mosse per giungere alla scoperta della pressione atmosferica e della reale possibilità di produrre il vuoto in natura. In tal senso, per quanto Galileo sia rimasto ben lungi dal comprendere appieno il ruolo della pressione atmosferica nei fenomeni pneumatici, le sue tesi costituirono uno stimolo fondamentale, sia sul piano strettamente teorico che su quello metodologico, per l'elaborazione dell'impianto concettuale della moderna "scienza del vuoto".

 

 

 


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